Black Mirror: Beyond The Sea è un minuzioso e doloroso trattato sulla gelosia

Black Mirror: Beyond The Sea è un minuzioso e doloroso trattato sulla gelosia

Black Mirror: Beyond The Sea è un minuzioso e doloroso trattato sulla gelosia


Attenzione: spoiler sulla sesta stagione di Black Mirror

Beyond the sea (traduzione inglese della celebre La Mer di Charles Trenet), diretto da John Crowley, si interroga sulla capacità degli esseri umani di amare senza far soffrire. La chiave per accedere a queste stanze buie dell’esistenza sarà la (con)divisione di un corpo tra persone che hanno il cuore malato: amore e dolore si intrecciano senza redenzione. È una puntata cupa, siamo soli in un abisso dal quale tecnologia non può salvarci; è l’abisso dell’animo umano ed è più profondo e oscuro di quello dello spazio nel quale viaggiano solitari i due astronauti.

Le atmosfere e i fatti

Senza rovinare il colpo di scena finale (c’è sempre un colpo di scena in Black Mirror!), l’episodio è collocato in una linea temporale alternativa alla nostra, nel 1969, un passato recente dove tecnologia spaziale e robotica sono molto più avanzati anche se nei cinema le famiglie rimangono incantate anacronisticamente dalle fattezze rassicuranti di Julie Andrews in Mary Poppins. Due astronauti, Cliff (Aaron Paul, il Jessie di Breaking Bad) e David (Josh Hartnett) conducono una noiosa missione quinquennale nello spazio, ma possono ogni giorno trascorrere parte della loro vita sulla terra sottoforma di repliche robotiche; una trovata simile ai robot visti nel film I surrogati (Jonathan Mostow, 2009) con Bruce Willis e Rosamund Pike. Fin qui, business as usual.

Ma ecco che il fato si accanisce senza motivo, una setta di hippie entra nella abitazione di David, uccide la sua famiglia e brucia il suo surrogato robotico. Non dimentichiamo che proprio nel 1969, Charles Manson fu protagonista di una serie di delitti molto simile (raccontati in Once Upon a Time … in Hollywood, Tarantino, 2019). David si trova così prigioniero dell’astronave, privo dei suoi cari insensatamente uccisi e senza la sua ora d’aria sulla terra. È l’anno di Space Oddity di David Bowie: Here am I floating round my tin can/Planet Earth is blue, and there’s nothing I can do…

Colto da pietà, Cliff gli propone di condividere il suo corpo robotico sulla terra. David accetta. E così, Lana (interpretata da una bravissima Kate Mara), la moglie di Cliff sperimenta una situazione inaspettata: due uomini nello stesso corpo. A volte si trova con David e a volte con Cliff, ma il corpo che ha davanti è quello di Cliff. Come si può immaginare, l’inevitabile accade (o forse no). David ha maggiore sensibilità e profondità emotiva e Lana scopre con lui passioni che erano morte. Un triangolo impossibile più difficile da risolvere del problema dei tre corpi nello spazio.

La svolta

Senza svelare il finale, Cliff scoprirà che il suo atto di generosità mette in discussione il suo rapporto con Lana. A questo punto tutti gli elementi impossibili dell’esistenza umana sono stati messi in movimento. Siamo corpo o siamo mente? Perché la generosità deve essere punita? Si può essere più soli in una relazione sbagliata che nello spazio profondo? La nostra infelicità ci dà il diritto di rendere gli altri infelici? Perché qualcuno perde tutto e qualcuno, che ha tutto, lo spreca?



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di Riccardo Manzotti www.wired.it 2023-06-21 12:00:00 ,

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